venerdì 31 marzo 2017

IL PORTAVOCE DEI VESCOVI BELGI : L'ABORTO UN OMICIDIO? LA PAROLA E' TROPPO FORTE!!

In Belgio la polemica è forte. E La Chiesa belga, e l’Università Cattolica di Lovanio, non stanno mostrando il meglio di sé. Anzi. 

La storia è semplice: un professore di filosofia dell’università, Sthéphane Mercier, durante un corso destinato agli studenti del primo anno ha trattato del tema dell’aborto, e prendendo spunto dal quello che ha scritto Peter Kreeft, professore del King’s College di New York, secondo cui l’embrione è persona dal concepimento, ha argomentato che l’aborto volontario è un omicidio premeditato, e dovrebbe essere proibito dalla legge (come era peraltro in occidente fino a qualche decennio fa). 
L'Università di Lovanio è ancora cattolica?

L’Università Cattolica di Lovanio dopo aver preso tempo,
ha emanato un primo comunicato, in cui dopo aver annunciato un’inchiesta, diceva che “a prescindere dall’istruttoria, il diritto all’aborto è iscritto nel diritto belga e il testo di cui siamo venuti a conoscenza è in contraddizione con i valori sostenuti dall’università. Il fatto di veicolare posizioni contrarie a questi valori durante l’insegnamento è inaccettabile”. In seguito ha annunciato la sospensione dei corsi di Stéphane Mercier, e un’indagine disciplinare nei suoi confronti, che potrebbe concludersi con delle sanzioni o il licenziamento

La risposta della Conferenza Episcopale Belga sul caso Mercier è stata farisaica e bugiarda: Don Abbondio era un dilettante al loro confronto

I vescovi hanno difeso la UCL con questa dichiarazione presente sul sito della conferenza episcopale (QUI): 
“A proposito della sospensione dei corsi di Stéphane Mercier, incaricato di corsi in quanto invitato all’UCL, i vescovi pongono la loro fiducia nella procedura interna avviata attualmente dall’UCL.
I vescovi sperano che la discussione sorta contribuirà ad una discussione serena sull’aborto nella società. I vescovi si oppongono all’aborto in nome del rispetto della vita. Secondo il diritto belga, non esiste il diritto all’aborto. La legge prevede che l’aborto possa essere praticato rispettando talune condizioni stipulate dalla legge senza produrre conseguenze sul piano penale. Quindi la legge prevede in quali casi l’aborto è autorizzato o no. Ma, in quanto tale, l’aborto è un delitto previsto dal diritto penale (CHE BUONA LEGGE, LA LEGGE BELGA! CHE BELLA IPOCRISIA… NDR).
Anche se la Chiesa è opposta all’aborto, distingue la persona dall’atto. La Chiesa capisce che talune donne possano arrivare a decidere di un aborto quando sono in situazioni di sofferenza, difficili o disperate. La gravità dell’aborto è un dramma per il bambino, per i suoi genitori e per la società. Comprendendo queste situazioni drammatiche, i vescovi tengono che si parli sempre con delicatezza e tatto delle persone e delle coppie che fanno la scelta dell’aborto.”

Difficile trovare posizione più ipocrita di questa! La gravità dell’aborto un dramma per il bambino? Altro che dramma! Il bimbo viene fatto letteralmente a pezzi!
Tommy Scholtès, un sacerdote, portavoce della Conferenza episcopale belga, ha detto: “Le parole di Stèphane Mercier mi sembrano caricaturali. La parola omicidio è troppo forte: presuppone una violenza, un atto commesso in piena coscienza, con un’intenzione, e questo non tiene conto della situazione delle persone spesso nella più grande angoscia”. Ha poi aggiunto che “formule del genere non aiutano la Chiesa, specialmente nel quadro dell’appello alla vita lanciato dal Papa”. Ha ammesso che il rispetto per la vita resta al centro della dottrina “ma il Papa chiama anche alla misericordia: dobbiamo mostrare comprensione, compassione”.


Siccome la lezione di Mercier era di natura teorico filosofica e non indirizzata ad una persona in particolare, il richiamo alla misericordia è del tutto fallace. Non si può mostrare “comprensione, compassione” nei riguardi dell’aborto. ù
La prima forma di carità è proprio la verità stessa: l’aborto è un CRIMINE ORRENDO, come il Papa ripete continuamente, e inutilmente, perché ormai gran parte degli uomini di Chiesa sono ottenebrati nell’uso della ragione e della fede. 

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