mercoledì 19 luglio 2017

LA BONINO PARLERA’ IN UNA CHIESA IL 26 LUGLIO

MARCO TOSATTI
Emma Bonino il 26 luglio entrerà in Chiesa, in una chiesa, in provincia di Biella. Ma non credo che lo farà per compiere quello che potrebbe essere il motivo principale e meraviglioso di una visita in un luogo sacro: chiedere perdono a Dio e agli uomini per la sua partecipazione, attiva, personale, diretta e indiretta alla soppressione di un numero straordinario di esseri umani. Dal 1968 ad oggi, in Italia, circa sei milioni di bambini abortiti (legali).
Come racconta Danilo Quinto nel suo blog, l’esponente più in vista del diritto all’aborto (famosa la sua foto pubblicata su un settimanale mentre praticava un aborto con una pompa da bicicletta) parlerà nella chiesa dedicata a San Defendente, a Ronco di Cossato, vicino a Biella, il prossimo 26 luglio, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2017, per presentare la campagna “ERO STRANIERO – L’umanità che fa bene”. Una campagna alla quale ha dato la sua adesione anche papa Bergoglio. Parteciperà Walter Massa, coordinatore nazionale della commissione immigrazione dell’ARCI e modererà il parroco, don Marco Marchiori.

D’altronde, perché no? Un Pontefice che preferiamo sperare poco informato nello specifico, o informato male, ha definito Emma Bonino una “grande italiana”. E si presume che adesso, dopo aver contribuito fattivamente a privare questo Paese di una enorme quantità di esseri umani, potrà – in chiesa – propagandare il simpatico programma di sostituzione etnica in corso in Italia.
Spero che fra le persone che saranno in chiesa il 26 luglio ci sia qualcuno che si alzi in piedi, e cortesemente e con molta chiarezza chieda conto di tutto ciò.
Mentre leggevo questo post del coraggioso Danilo Quinto, mi venivano in mente le parole di Benedetto XVI in occasione delle esequie del card. Joachim Meisner.
“Ciò che mi ha colpito particolarmente nei recenti colloqui con il defunto cardinale sono state la serenità, la gioia interiore e la fiducia che aveva raggiunto. Sappiamo che per lui, appassionato curatore di anime, risultava difficile lasciare il suo ufficio e proprio in un momento in cui la Chiesa ha bisogno di pastori che sappiano resistere alla dittatura dello spirito del tempo e vivere e pensare con decisione in conformità con la fede.
Ma mi ha commosso ancora di più il fatto che in quest’ultimo periodo della sua vita abbia imparato a prendere le cose più serenamente e che vivesse sempre più nella profonda consapevolezza che il Signore non abbandona mai la sua Chiesa, anche se a volte la barca si è riempita [d’acqua] fino quasi a capovolgersi”.

Pastori che sappiano resistere alla dittatura dello spirito del tempo…


Nessun commento:

Posta un commento