Lezioni
sul Catechismo della Chiesa Cattolica.
Seconda lezione
Prima di proseguire sul contenuto
del CCCC mi premerebbe sottolineare le categorie pedagogiche che sottostanno a
tutto il contenuto del catechismo della Chiesa Cattolica.
Sono queste: categorie di tipo
culturale ed esistenziale.
La trascendenza
La categoria
della trascendenza (trans-scandere:
salire oltre, al di là): Benedetto XVI usa molto questo termine. Trascendenza
non significa astrazione ma ciò che supera l'io. Sinonimo ditotalmente altro,
di Tu. C'è soltanto Dio che è totalmente altro da me.
Quando io dico
tu ad uno come me, quel dire tu è semplicemente analogico perché è un'altro io
come me. Allora, soprattutto nella prima parte, questo termine di trascendenza,
questa categoria di trascendenza, è importantissima perché gira tutto intorno al
contenuto di Dio e dell'uomo.
L'uomo è capace
di Dio. L'uomo è uomo perché è l'unico livello della natura che è capace di Dio
cioè che è fatto per Dio, che può stare coscientemente davanti a Dio ed è per
questo che, oltre che essere di natura materiale, è di natura spirituale e a
sua volta lo spirito rende il corpo umano tempio dello spirito. Lo rende
totalmente spirituale nello sguardo, nel lavoro delle mani, nella marcia dei
suoi piedi, in quello che ascolta, in quello che pronuncia.
La metafisica
La seconda
categoria culturale ed esistenziale che il Papa usa è la categoria della
metafisica (Mετά τα Φυσικά: oltre le cose
naturali)cioè la categoria della ontologia (ὄντοςλόγος: discorso sull’essere) cioè la conoscenza della realtà a
livello dell'essere. Non solo a livello della misura ma oltre la misura, io
conosco la realtà non solo positivisticamente, cioè in termini di misurabilità.
Io conosco la realtà, ho la possibilità di addentrarmi dentro la sostanza,
dentro l'essere, posso dire quest'oggetto è un telefonino; e questo è fondamentale
perché l'essere non si cambia. L'essere non può essere relativo, vero è che
Benedetto XVI fin dal primo giorno del suo pontificato ha affermato che occorre
una battaglia contro il relativismo: quello che è, è!
Il relativismo è un rischio
gravissimo per la conoscenza, per il rapporto con la realtà e per il rapporto
con gli altri, perché se dovesse prevalere il secondo me sull'essere non
sarebbe più la realtà ad insegnare ma è lo schema, sarebbe l’imposizione del
preconcetto umano sulla realtà. Rifacendomi alla filosofia classica,
soprattutto da Aristotele, oggi certamente suona bene il relativismo perché
sembra un linguaggio d'apertura; quando nessuno più dice ”questo è” ma dice
“potrebbe essere questo e nello stesso tempo il suo contrario”, magari tenendo
conto della forma, delle apparenze soltanto, allora siamo nel tradimento dei
rapporti.
Ricordo che in classe, in una
classe di IV° liceo, dovetti dire ad un ragazzo che una penna è una penna ed
una supposta una supposta. Non posso dire potrebbe essere una penna solo
tenendo conto della forma, tenendo conto solo di alcuni fattori, perché
potrebbe essere anche una supposta. L'essere, come si vede, si conosce con
l'esperienza. La conoscenza non è data dall'opinione, dal preconcetto, non è il
pensiero astratto che illumina la sostanza, ma è la sostanza che “qui docet”,
insegna alla ragione.
Evidentemente, anche qui, tutta
la prima parte del Catechismo della Chiesa Cattolica ha sorto questo ritorno
all’essere, a Dio come l'Essere.
L’etica
La terza
categoria è la categoria dell'etica (εθος:
costume, usanza) che significa il nucleo delle caratteristiche per cui una
realtà è quella che è. Io posso direche questo oggetto è una lampada perchè
sono in grado di riconoscerlo dalle categorie che la accomunano ad un oggetto
simile. È l'insieme nucleare degli indizi per cui una cosa si conosce comeè, un
libro , una bicicletta, un europeo. Ethos :il nucleo delle caratteristiche e
degli indizi per cui una realtà è quella che è. L'etica è una coscienza, una
consapevolezza.
Ultimamente si
potrebbe dire che l'etica è la consapevolezza del valore assoluto di ogni
persona umana, dove valore assoluto non significa fattoreimportantissimo ma che
l'uomo, la persona umana, la singola persona umana, la più piccola persona
umana, vale più del mondo intero. Per cui assoluto (absolutus) significa slegato da. Io valgo indipendentemente da
quello che penso di me, tu vali indipendentemente da quello che io penso di te,
io e te abbiamo un valore indipendentemente da quello che gli altri, l'opinione
comune, dice di noi.Valore assoluto, indizi nucleari, centrali, valore che non
dipende assolutamente, anche qui, da un pregiudizio, da una misura.
L'etica è alla
base della moralità come la metafisica è alla base dell'etica, in quanto la
metafisica è la conoscenza secondo la categoria dell'essere. L'etica dice che
la persona umana è un valore assoluto.
La morale
La terza parte
del Catechismo della Chiesa Cattolicaè sull'etica e sulla morale. Ci sono due
sottolineature molto importanti da fare.
1)
Nella terza parte delCCCC c'è una questione
fondamentale:la dignità dell'uomo che origine ha? Perché la più piccola persona
umana vale più del mondo intero? Nel CCCC c'è scritto che l’uomo è valore assoluto
a causa della sua origine, è fatto ad immagine e somiglianza di Dio e quindi è
di razza divina. L'etica, cioèla consapevolezza della dignità di ogni persona
umana, del valore assoluto di ogni persona umana, trova la sua origine, la sua
ragion d’essere, nella creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio.Quindi
di una dignità assoluta, di un valore assoluto. Da dove nasce la dignità della
comunità umana? Sempre dall'etica, cioè dalla consapevolezza che io convivo e
condivido la mia vita con te perché sei della mia stessa razza divina. Quindi
il trattamento che ho nei tuoi confronti, e viceversa, è un trattamento pieno
di consapevolezza del valore assoluto della persona umana.
2)
Moralità (mos-moris)
vuol dire costume, comportamento, comportamento che trova, evidentemente, il
suo fondamento nell’etica.
Se ho
coscienza del valore assoluto di ogni persona umana il mio rapporto con ognuna
di esse sarà morale, secondo l’etica. Se invece rifiuto il valore assoluto di
ogni persona umana avrò un comportamento immorale, contrario all’etica. Peggio
ancora, se io non ho alcuna coscienza del valore assoluto di ogni persona umana
il mio comportamento sarà amorale, senza alcun tipo di morale. Irrimediabile.
Terribile. È terribile non solo per le conseguenze ma è terribile perche l'io,
incapace di rapportarsi, scambierà la solitudine con l'isolamento totale. Vivrà
come se non dovesse avere rapporti, né con la realtà, né con gli altri.
C'è una
differenza assoluta tra solitudine ed isolamento. La solitudine è la posizione
di chi desidererà un Tu, l'isolamento è la posizione di chi censura i rapporti,
scappa.
La giustizia
L'altra
categoria che sottostà all'insegnamento e alla pedagogia di Benedetto XVI è la
giustizia (justitia: diritto, a sua volta
da jus: ragione). Tutti sanno che giustizia non vuol dire a tutti le stesse
cose,sarebbe egualitarismo, ma vuol dire ad ognuno il suo. es: se io bevo un
bicchierino di whisky un ragazzino non può gridare all'ingiustizia se non lo do
anche a lui, farei il suo male. La giustizia non è a tutti le stesse cose ma ad
ognuno il suo. MaBenedetto XVI approfondisce la categoria della giustizia.
Nella domanda: cos'è questo suo? Cos'è questo ad ognuno il suo diritto
inalienabile? Qual è il bene che non puoi negare a nessuno se non il sommo
bene, se non Dio? L'ingiustizia è, prima di tutto, la cultura che toglie Dio.
La cultura che abbiamo visto nel razionalismo, nell'illuminismo, nel positivismo,
dove l'uomo pensa di fare senza Dio, rende inutile Dio. Questa è l'ingiustizia
assoluta. L’atteggiamento dell'eliminare Dio è un atteggiamento terribilmente
ingiusto, un atteggiamento di violenza, di guerra, di diseducazione dei ragazzi
e dei bambini, di educazionedelle personeal solo perseguimentodel successo, alla
riuscita del loro progetto e basta, di individualismo (la radice di ogni egoismo), con le conseguenze che tutti abbiamo
modo di vedere.
Tutta la terza
parte del CCC è proprio un inno all'etica, alla morale e alla giustizia.
L’affettività
L'altra categoria molto importante è quella dell'affettività (afficio: toccare, commuovere lo spirito).
Si deve recuperare (re-cuperare: rendere
nuovamente buono) questa dimensione. L'effettività viene definita come il
rapporto naturale che nasce dall'attrattiva tra uomo e donna. Questo è il test
e l'esempio di ogni affetto. Non si può assolutamente comprendere cosa sia
l'amore se non si ha davanti l'immagine dell'attrattiva tra uomo e donna che ,
lo vedremo, ha al centro l'immagine della sponsalità. Sposarsi (spondere: promettere solennemente facendo
voto a Dio) vuol dire dare la vita per una causa. Ilconiugarsi viene dopo
lo sposarsi perché una persona che non da la vita per una causa è una persona che
non ha ragion d'essere, che non ha chiara la ragione del Destino, la ragione
ultima, ed allora sarà sempre unapersona terribilmente individualista,incapace
di entrare in rapporto. Da questo punto di vista è molto interessante, nella
terza parte del CCCC, il rapporto tra affettività e sessualità. Già
nell'enciclica Deus Caritas Est Benedetto XVI aveva fatto un piccolo
vocabolario dove distingueva l'eros(Ερως:
desiderio) dall' agape (Aγαπὴ:amore
incondizionato) e dalla filia (Φιλíα:
amore disinteressato). Lo vedremo nella prossima lezione cosa voglia
dire tutto questo. Ma interessantissimo è il termine di amore come castità. La
castità (castus: puro)è definita, al
numero 488 del CCCC, come l'integrazione positiva della sessualità della
persona umana in tutti i suoi rapporti. È, anche dal punto di vista della
scienza sessuologica, una categoria, una definizione, totalmente nuova di
castità, che invece è solitamente contrapposta alla sessualità come se la
castità fosse la censura del valore della sessualità.
Trascendenza, ontologia, etica, morale, giustizia, affettività.Io credo
che il CCCC sia un testo estremamente importante, un testo che è veramente una
nuova evangelizzazione.
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