Quindici
minuti con un prete
Lezioni
sul Catechismo della Chiesa Cattolica
Terza lezione
Stiamo studiando la questione
della moralità, fondata sull'etica, la quale si fonda sulla ontologia, la quale
si fonda, a sua volta, sulla categoria della trascendenza. L’importanza della
moralità deriva sia dall’origine dell'uomo che dalla sua esigenza ultima:
l’amore. Uomo è voluto da Dio, è fatto dal suo amore. La sete dell’uomo è
dunque sete d’amore, quindi rendere utile la sua vita, dare la vita per uno
scopo. Proseguiamo dunque sull’approfondimento catechistico della moralità e
quindi dell’amore. La moralità, nel catechismo della chiesa cattolica, è
descritta principalmente nei dieci comandamenti. I comandamenti non sono delle
leggi imposte da un dittatore alle quali si deve obbedienza se non si vuole
incorrere in una punizione, ma sono indicazioni della strada per la
realizzazione della felicità, per la realizzazione dell’uomo stesso. E’ Dio che
traccia questa strada. I comandamenti, quindi, non sono delle costrizioni,
anche se sono espressi in forma apparentemente negativa, ma sono da una via
certa nella realizzazione dell’umano suggerita da Dio, condotta da Dio. In
secondo luogo i comandamenti sono il mezzo per la realizzazione della volontà
di Dio e il suo volere è che ogni uomo sia salvo, cioè che passi dalla morte,
da una vita senza senso, a vita. Questo è il volere di Dio.
Affrontiamo allora due punti
fondamentali di questa parte del catechismo
1. La dignità umana
2. La comunità umana
1. La dignità umana
Qual è il
fondamento della dignità dell'uomo? Il fondamento è la sua origine divina, si
radica nell’essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio. Proprio per
questo motivo è l'unico livello della natura che può partecipare della vita
divina. E’ l'unico livello della natura, l'abbiamo visto nell'introduzione, che
è capace di Dio, che ha il cuore spalancato all'infinito (in-finitus: che non
può essere abbracciato, compreso, nella sua totalità) non all'indefinito
(in-definitus: che non può essere in alcun modo definito), che ha il
desiderio(de-sidus: voglia di cielo, movimento della volontà verso una cosa che
ci manca). Dignità dell'uomo è quindi assoluta (ab-solutus: slegato da vincoli,
libero). Valore assoluto non significa semplicemente valore grandissimo o
intoccabile ma valore oggettivo. Non è un valore perchè è riconosciuto da me,
da te o da tanti ma è un valore perché è fondato sulla realtà intoccabile
dell'origine dell’uomo. Il punto della dignità della persona umana è trattato
nel CCCC alla parte terza, sezione prima, capitolo primo, dal numero 358 in
avanti ed è analizzato profondamente fino a parlare della trasformazione
dell’amore in beatitudine (nel Vangelo l’inno morale più alto e bello è
quelloche si trova in Matteo 5-1,12, le beatitudini.)
2. La comunità umana
Com'è
possibile la convivenza degli uomini e quindi l’esistenza della comunità umana,
della società? E’ possibile solo partendo dal riconoscimento della dignità
della persona umana. Solo in questa ottica la comunità può sussistere. Senza
questa consapevolezza lo scopo della società, che è quello di perseguire il
bene comune cioè di raggiungere quelle condizioni che permettano agli uomini di
realizzare la propria perfezione, non sarebbe raggiungibile.La comunità umana è
trattata nella parte terza, sezione prima, capitolo secondo, dal numero 401 in
avanti.
Detto
questo direi di continuare sul punto dell'affettività, esattamente del rapporto
tra affettività e sessualità.
I rami della sessualità
La sessualità
non è un dato di fatto, è una potenza, uno sviluppo. Sviluppo di che cosa? Non
di un aspetto della vita della persona umana ma di tutta una dimensione
dell’uomo. La parola sesso indica un aspetto particolare della vita, la parola
sessualità indica invece una dimensione, un essere, che riguarda tutta la vita,
riguarda tutti gli uomini. La sessualità è definita anche come potenza perchè
richiede uno sviluppo cosciente e positivo, quindi anche, forse soprattutto,
nello sviluppo della sessualità è esaltata la libertà dell’Uomo.La prima tappa
di questo sviluppo è il riconoscimento della propria virilità o femminilità.
-La virilità
(vis, roboris: forza, che attiene all'uomo, non effemminato) non è un dato di
fatto, il semplice riconoscimento del proprio genere sessuale. La virilità
implica crescere come persone libere che non si lascino piegare, che siano
fedeli e aderenti ad un decisione sulla propria vita. La virilità, così come la
femminilità,non è data ma è da conquistare.
-La
femminilità, a livello biologico, trova il centro del suo essere nell'utero. Ma
a livello antropologico la femminilità non è definita semplicemente dalla
capacità di poter generare ma èimplicata anche la capacita d'accogliere e di
interiorizzazione, di intimità, tipiche del “genio femminile”. L'archetipo
della femminilità è la Madonna. Anche qui la sessualità va vista come una
dimensione, una potenza, che ha bisogno di essere maturata, sviluppata.
Parlando dal
punto di vista schematico, per una comprensione logica dei termini, la seconda
tappa di questa evoluzione della sessualità è data dalla piena presa di
coscienza di cosa implichi essere di genere virile o femminile. Noi oggi in
italiano diciamo uomo e donna ma dicevano meglio i latini: dominus e domina
cioè signore e signora. Il maschio conscio della propria virilità è chiamato a
diventare signore, così come la femmina conscia della propria femminilità è
chiamata a diventare signora. La teologia ci dice che uno diventa padrone di se
solo per opera di un dono dello Spirito Santo. La padronanza di se è un dono
dello spirito. Padronanza di se vuol dire rimanere fedele alle ragioni per cui
uno fa una scelta. Dominus, domina, signore e signora, padroni di sé. Non
arroganza quindi ma forza di fedeltà ad una decisione (de-caedere: tagliare,
dare un taglio, cioè essere netti).
Dominus et
domina.
Il terzo
passaggio è la sponsalità. Signore e signora diventano sposo e sposa. Questo è
il centro maturazione sessuale, il centro della maturazione affettiva. Sposare
(etimologia) significa dare la vita per una causa. Come ci dice il Vangelo se
il chicco granonon muore la pianta non può crescere, aprirsi, non porta frutto.
La sponsalità è la tappa centrale della maturazione della sessualità.
Io, per
esempio, non sono scapolo, avendo sposato una causa e guai al mondo se non
l'avessi fatto, avrei corso il rischio di andare verso la disperazione. Non c'è
disperazione più nera che quella dell'essere inutile a tutti e a tutto e non
avere una ragione.
Sposo e sposa.
La sponsalità si gioca nella consacrazione, cioè nella questione del
matrimonio, nella questione della coniugalità. Sposarsi significa consacrarsi a
vivere la vita, un uomo ed una donna, per la stessa ragione. Consacrare insieme
la vita per una stessa ragione, per cui il rapporto coniugale non va ridotto,
per esempio, al rapporto sessuale. Il rapporto sessuale completo si chiama
quindi, non rapporto sessuale, ma rapporto coniugale. Difatti secondo me è una
menzogna parlare di rapporti prematrimoniali. Esistono i rapporti
prematrimoniali, sono i rapporti di preparazione al matrimonio! Con il
matrimonio, essendo un sacramento, si fa un salto ontologico. Il matrimonio è
un miracolo.
Se io prima
del 13 settembre del 1970, prima della mia ordinazione sacerdotale, avessi
celebrato messa avrei fatto un giochino. I due corpi non si incontrano
riduttivamente, come due oggetti che si completano l'un con l'altro, non è
soltanto la complementarietà lo scopo della coniugalità.
Il rapporto
coniugale è il rapporto sessuale maturo tra due esseri consapevoli che permette
la fusione completa dei loro corpi materiali e spirituali.
Il livello più
alto della maturazione sessuale sono la paternità e la maternità, cioè la
fecondità. La fecondità è la grazia di poter generare dei figli, degli esseri
che sono proprio originali. Tu sei figlio di tua madre e di tuo padre, proprio
loro figlio tanto quanto di Dio, che nei nostri confronti infatti ha un amore
di padre e di madre, ma sono il padre e la madre carnali che generano i figli.
Generazione che però non ne implica affatto il possesso. A sua volta il figli
sono chiamati a crescere fino ad essere anche loro fecondi, il figlio diventerà
padre e la figlia diventerà madre.
Questo è il
modo di presentare la sessualità. Non semplicemente guardando le “norme d'uso”
del sesso, ciò che è lecito e ciò che non lo è, anche questo ovviamente è da
prendere in considerazione, ma solo quando siano chiari questi processi e
questa concezione della sessualità e dell’affettività visti non come fini a se
stessi, come il mondo vorrebbe farci credere, ma come mezzi per la
realizzazione della propria persona.
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